20th mar2013

Prima che la pioggia cada

by Francesca
In casa mia la sera si guardava la tv e più spesso i film e capitava che ogni tanto in tv, ma più spesso nei film, ci fossero scene di sesso. E allora capitava anche che misteriosamente il canale cambiasse, così, senza preavviso. Mi mancavano dei pezzi. Certe volte il canale cambiava mentre due, quasi sempre un uomo o una donna, si stavano guardando, altre mentre si baciavano, per anni non ho mai capito cosa succedesse dopo. Anzi, ho sempre pensato che non ci fosse un dopo, che fosse tutto li. Che il sesso fosse quello e che i bambini nascessero quando qualcuno si guardava un po’ troppo intensamente negli occhi.
Poi invece ho capito.
Era censura, che forse mi ha evitato gravidanze indesiderate e malattie veneree nell’adolescenza, censura materna, protettiva e imbarazzata, ma pur sempre censura. A quel punto però ero già all’università e ho cominciato a riflettere, a chiedermi quante volte nella mia vita fosse cambiato canale senza che me ne accorgessi e avessi perso così qualcosa che invece stava succedendo.
E ho ripensato a quello che mia madre, mio padre, mia nonna, o mia zia, a seconda di chi si occupava quel giorno di me, mi diceva quando stavo per uscire di casa con la bici e fuori il cielo era minaccioso e pieno di nuvole.
- torna prima che piova
E io tornavo, sempre, e mi perdevo quello che c’era dopo.
Mentre giocavo a pallone o chiacchieravo con gli amici in piazzetta scrutavo il cielo pronto a partire appena avessi percepito che la pioggia stesse per arrivare, ero diventato un meteorologo in erba, ero più preciso delle applicazioni che ci sono oggi sugli Smartphon, e quando sentivo che stava per succedere, cambiavo canale, e tornavo a casa. Magari mi prendevo anche qualche presa di culo o qualche offesa perché lasciavo i miei amici in inferiorità numerica nella partitella, ma ero ligio al dovere.
E oggi, oggi che nessuno mi dice di tornare a casa prima che la pioggia cada, beh, non lo faccio.
E se sta piovendo mentre sto tornando da lavoro pedalando tra i campi di San Giorgio capita che faccia anche il giro più lungo, anche se fa freddo, e la pioggia mi bagna le scarpe e mi entra sotto i vestiti.
Continuo a pedalare.
Senza paura del raffreddore, delle placche alla gola, della bronchite, dell’enfisema polmonare e della ruggine umana che mia nonna per spaventarmi mi disse di aver contratto mentre lavorava nell’orto sotto la pioggia.
Insomma, resto sulla strada e mi bagno.
Non cambio canale.
Anche se in tasca ho l’mp3 che rischia di sciuparsi per l’acqua ma che gira Love Lost dei Temper Tramp a tutto volume.
Perchè ancora non mi sono abituato al fatto che sono adulto e posso decidere quando e come pedalare…e anche se vedermi o no un film intero, comprese le scene di sesso.

Michele

Ps guardatevi il video di Love Lost, che parla di amori smarriti ma anche del fatto che sotto la pioggia ci si bagna e si cresce

Fonte foto http://1penoporto.files.wordpress.com
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