Grace Kelly e Cary Grant
Dall’alto della bicicletta, il mondo è diverso. Innanzi tutto, proprio grazie all’innalzamento del punto di vista. Il ciclista è indiscutibilmente, fuori dalla mischia.
Busto eretto, mento in alto, il ciclista fluttua al di sopra della moltitudine, senza disprezzo, ma senza nemmeno curarsi delle desolanti contingenze della terraferma.
(Didier Tronchet, Piccolo trattato di ciclosofia)
Le stelle la luna il sole la neve e l’anima non esistono; sono un’invenzione dei poeti privati della loro consueta vena creativa…
Ed anche noi, stanchi sul viaggio di ritorno, per spiegare il nostro stato d’animo potremmo dirvi che
Ci fosse stata la neve sarebbe stato scivoloso
Ci fosse stato il sole avrebbe scaldato i nostri cuori più di quanto abbia fatto alla ruote l’asfalto
Ci fossero state le stelle sarebbero state a guardare i nostri profondi occhi
Ci fosse stata la luna avrebbe bussato alle porte dell’anima.
Sicuramente, potrete perdonare questa introduzione scherzosa perché noi invece siamo convinti che le parole non siano gusci vuoti come dice uno scocciato Cary Grant ad una invadente Grace Kelly in “Caccia al Ladro” (vero e proprio tandem di bellezze…e quindi di Pace); e ne siamo convinti a tal punto che ci sentiamo di dire che la poesia è una persona molto affidabile, capace sempre di mantenere la parola data; va detto comunque che si tratta di poesia vera perché tutti ci proviamo poeti, ma in pochi ci riescono e noi non siamo tra quei pochi…
Oggi però le parole non bastano perché non riuscirebbero a descrivere la stanchezza, le felicità, i vari dolori acciacchi, il mal di schiena, i mari le onde, le spiagge, le risate i sorrisi gli sguardi, l’incoraggiamento lungo le salite, la soddisfazione per avercela fatta, le foto, le colazioni i pranzi e le cene, i mille caffè, le deviazioni lungo il Camino, gli ostelli la Dora la Paula, i compagni di viaggio la Marta….
Per sopravvivere a questa tristezza malinconica l’unico modo è pensare alla prossima avventura, al prossimo viaggio perché il bello della bicicletta è quel suo movimento ritmico e costante, che quando finisce una pedalata l’altro piede già spinge avanti le ruote e l’altro ancora e di nuovo e di nuovo…un movimento costante, perpetuo, senza sosta, di libertà…il piede che adesso si ferma è quello che subito riparte, che dà la nuova spinta, il nuovo slancio e vince la fatica e infonde coraggio.
Ripensando alla nostra meta però ci viene anche da pensare che il brutto della bicicletta è che in mare non si può pedalare, e che a CapoFinisterre non ci saremmo voluti fermare, volevamo andare oltre e lasciarci alle spalle il faro più occidentale d’Europa…non ci siamo persi d’animo però e dopo la nostra ultima fatica ci siamo istintivamente persi in un brindisi di sorrisi, ubriacati di gioia ed il bagno nelle (gelide) acque dell’oceano è stato il nostro sballo. I sorrisi che ci hanno fatto più piacere sono stati quelli di Giovanni e di Othao perché non è scontato che a ragazzi di 15 e 17 anni possa piacere un viaggio come quello che abbiamo appena concluso e per tutti noi è stato il regalo più grande.
In questo finale vogliamo ricordare e ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo viaggio: innanzitutto Antonio Montelatici per Centro Edile per averci messo a disposizione i due pulmini, Universo Sport per le divise, il Comune di Campi Bisenzio la Provincia ed il Comune di Firenze per il patrocinio ed il sostegno alla nostra piccola e grande impresa.
Scusate la lunghezza ma i ringraziamenti non sono finiti…ultimo ma non ultimo un ringraziamento particolare vogliamo riservarlo alla Claudia che ha messo tutta se stessa e più di tutti gli altri si è data da fare per organizzare questo viaggio contattando Comuni ed Associazioni locali, cercando gli ostelli per la notte ed individuando il percorso migliore da effettuare. Perché se 13 pe(llegrini)rsone da Campi sono giunti alla fine del mondo, in fin dei conti, il merito è soprattutto suo…
Fiorella, Giovanni e Simone