14th ott2011

L´abito si fa a Monaco, ma il diavolo veste a Praga

by tandem

Lunedì 22 agosto, 3 giorno

Altri 100 km di pedalate fatica e soddisfazionoi lungo le rive dell´Elba e la prima capitale del nostro viaggio l’abbiamo raggiunta. La gioia sui nostri volti è iniziata già da quando alle porte della città abbiamo iniziato a scorgere Hradčany con il famoso Castello.

Praga è la capitale e la più grande città della Repubblica Ceca, centro politico e culturale della Boemia e dello stato ceco per oltre 1100 anni, tra il XIV e il XV secolo fu anche capitale del Sacro Romano Impero.

Situata sul fiume Moldava, Praga è un centro culturale e turistico di fama mondiale. Il suo centro storico, visitato ogni anno da più di 4 milioni di viaggiatori, è stato incluso nel 1992 nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.

Dopo aver raggiunto la città siamo andati a cena presso la famosa birreria U Fleku, per gustare oltre alla birra artigianale prodotta nella birreria stessa anche svariati piatti della tradizionale cucina ceca. Abbiamo fatto poi un bellissimo giro per le vie del centro storico per ammirare le suggestive bellezze di Praga by night.

Martedì 23, 4 giorno.

Per un giorno il Tandem di Pace ha tradito la bicicletta!! dopo aver fatto al mattino un bellissimo giro per il centro di Praga ed aver visitato oltre al tradizonale Ponte Carlo e Malastrana Namesti anche il quartiere ebraico.

infatti, utilizzando i due pulmini a nostra disposizione, abbiamo raggiunto e vistato la seconda capitale del nostro viaggio: Vienna. Le due capitali distano circa 350 chilometri.

Vienna è la capitale federale e allo stesso tempo uno stato federato dell’Austria, completamente circondato dalla Bassa Austria. È sede di importanti organizzazioni internazionali tra le quali: OPEC, AIEA e ONU. Vienna è nota anche come la città dei musicisti per avere ospitato molti tra i maggiori compositori del XVIII e del XIX secolo: Antonio Vivaldi, Wolfgang Amadeus Mozart, Franz Joseph Haydn, Antonio Salieri, Ludwig van Beethoven, Franz Schubert, gli Strauss, Johannes Brahms e Arnold Schönberg.

14th ott2011

Grace Kelly e Cary Grant

by tandem

Dall’alto della bicicletta, il mondo è diverso. Innanzi tutto, proprio grazie all’innalzamento del punto di vista. Il ciclista è indiscutibilmente, fuori dalla mischia.
Busto eretto, mento in alto, il ciclista fluttua al di sopra della moltitudine, senza disprezzo, ma senza nemmeno curarsi delle desolanti contingenze della terraferma.

(Didier Tronchet, Piccolo trattato di ciclosofia)

Le stelle la luna il sole la neve e l’anima non esistono; sono un’invenzione dei poeti privati della loro consueta vena creativa…
Ed anche noi, stanchi sul viaggio di ritorno, per spiegare il nostro stato d’animo potremmo dirvi che
Ci fosse stata la neve sarebbe stato scivoloso
Ci fosse stato il sole avrebbe scaldato i nostri cuori più di quanto abbia fatto alla ruote l’asfalto
Ci fossero state le stelle sarebbero state a guardare i nostri profondi occhi
Ci fosse stata la luna avrebbe bussato alle porte dell’anima.
Sicuramente, potrete perdonare questa introduzione scherzosa perché noi invece siamo convinti che le parole non siano gusci vuoti come dice uno scocciato Cary Grant ad una invadente Grace Kelly in “Caccia al Ladro” (vero e proprio tandem di bellezze…e quindi di Pace); e ne siamo convinti a tal punto che ci sentiamo di dire che la poesia è una persona molto affidabile, capace sempre di mantenere la parola data; va detto comunque che si tratta di poesia vera perché tutti ci proviamo poeti, ma in pochi ci riescono e noi non siamo tra quei pochi…
Oggi però le parole non bastano perché non riuscirebbero a descrivere la stanchezza, le felicità, i vari dolori acciacchi, il mal di schiena, i mari le onde, le spiagge, le risate i sorrisi gli sguardi, l’incoraggiamento lungo le salite, la soddisfazione per avercela fatta, le foto, le colazioni i pranzi e le cene, i mille caffè, le deviazioni lungo il Camino, gli ostelli la Dora la Paula, i compagni di viaggio la Marta….
Per sopravvivere a questa tristezza malinconica l’unico modo è pensare alla prossima avventura, al prossimo viaggio perché il bello della bicicletta è quel suo movimento ritmico e costante, che quando finisce una pedalata l’altro piede già spinge avanti le ruote e l’altro ancora e di nuovo e di nuovo…un movimento costante, perpetuo, senza sosta, di libertà…il piede che adesso si ferma è quello che subito riparte, che dà la nuova spinta, il nuovo slancio e vince la fatica e infonde coraggio.
Ripensando alla nostra meta però ci viene anche da pensare che il brutto della bicicletta è che in mare non si può pedalare, e che a CapoFinisterre non ci saremmo voluti fermare, volevamo andare oltre e lasciarci alle spalle il faro più occidentale d’Europa…non ci siamo persi d’animo però e dopo la nostra ultima fatica ci siamo istintivamente persi in un brindisi di sorrisi, ubriacati di gioia ed il bagno nelle (gelide) acque dell’oceano è stato il nostro sballo. I sorrisi che ci hanno fatto più piacere sono stati quelli di Giovanni e di Othao perché non è scontato che a ragazzi di 15 e 17 anni possa piacere un viaggio come quello che abbiamo appena concluso e per tutti noi è stato il regalo più grande.
In questo finale vogliamo ricordare e ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo viaggio: innanzitutto Antonio Montelatici per Centro Edile per averci messo a disposizione i due pulmini, Universo Sport per le divise, il Comune di Campi Bisenzio la Provincia ed il Comune di Firenze per il patrocinio ed il sostegno alla nostra piccola e grande impresa.
Scusate la lunghezza ma i ringraziamenti non sono finiti…ultimo ma non ultimo un ringraziamento particolare vogliamo riservarlo alla Claudia che ha messo tutta se stessa e più di tutti gli altri si è data da fare per organizzare questo viaggio contattando Comuni ed Associazioni locali, cercando gli ostelli per la notte ed individuando il percorso migliore da effettuare. Perché se 13 pe(llegrini)rsone da Campi sono giunti alla fine del mondo, in fin dei conti, il merito è soprattutto suo…

Fiorella, Giovanni e Simone

14th ott2011

Regalami un chorizo

by tandem

con un chorizo (per i pochi sfortunati che non sanno cosa sia, vi diciamo subito che si tratta di un salame piccantiello…) nello stomaco ed un chorizo (leggi “sorriso”) stampato interiormente siamo finalmente arrivati a destinazione…le 13 biciclette, i 13 compagni hanno fatto il loro ingresso in piazza della Cattedrale di Santiago de Compostela….
durante tutto il percorso siamo stati sempre abbastanza isolati, trascorrendo ore e percorrendo sentieri incontrando poche persone (e spesso le stesse), man mano che ci avvicinavamo alla città del santo, invece, le persone si facevano gruppo fino a diventare corteo alla porta di Santiago; una volta dentro la città i volti dei pellegrini si mescolavano a quelli dei turisti fino a diventare un’anonima folla.

Praticamente per noi il Camino si è concluso sul monte Gozo quando abbiamo avvistato la cattedrale di Santiago…qui il piacere, il gusto, di avercela fatta è esploso in tutto il suo silenzio.

La successiva pedalata  verso la cattedrale e la sua visita sono state il nostro lancio del riso…avevamo già pronunciato il fatidico “sì” (perché lì sta il bello…). Le ultime pedalate con il chorizo che tornava a gola e si stampava in faccia sono state guidate, come briciole per Pollicino, dal segnale della Concha (conchiglia) gialla…stella polare del pellegrino. A noi piace pensare che la conchiglia sia stata scelta come emblema del Camino perché data la sua conformazione rappresenta  al meglio il concetto del Tandem…da una parte convessa, ruvida, scalfita dal tempo, dura come una corazza che racchiude e protegge il nostro sforzo e la nostra determinazione, dall’altro liscia e levigata come le dinamiche di persone diverse tra loro che si uniscono, collaborano e si aprono all’altro.

Ad ogni modo, ci piace pensare, che per ognuno di noi il simbolo e il Camino abbiano avuto un personale significato ed abbiano rappresentato una ricerca dentro e per se stesso.

Insomma, siamo arrivati. Ci siamo persi dentro boschi, nella notte, nella pioggia, dietro fatiche, sudore, dolori alla schiena,  ma alla fine ci siamo ritrovati e regaliamo a tutti il nostro chorizo.

Giovanni e Simoncino con l’aiuto di Giovannino.

14th ott2011

Numeri fortunati

by tandem

13 persone 13 biciclette una sola pedalata che ci muove tutti insieme lungo il Camino…

13 soprannomi: Alfio (Giovanni G.), Zaira (Fiorella), Ragù (Simone), Ortica (Luigi), Ermetico (Tommaso), Roccia (Jacopo), MaxGazzè (Alessandro), Testolina66 (Stefano), Meringa (Chiara), NonE’ (Francesca), DonnaSalmone (Claudia), Baseball (Giovanni M.), Babacar (Othao).

3000 km percorsi, 500  di pedalate, 4000m totali scalati (come se fossimo in cima al Monte Bianco)…

1 notte in bianco sui pulmini tra Italia Francia Spagna e autogrill. 1 ostello in camerata con 30 persone ed una doccia a Santander, 1 agriturismo molto freak (c’est chic) della Paula a Llambres con cena luculliana in veranda con vista oceano, 1 ostello in camerata con 20 persone a La Isla ricavato da una vecchia scuola direttamente sopra l’oceano e gestito da una “simpatica” responsabile, alla lontana, imparentata con Hitler, 1 albergo (l’ostello grazie a Dio era pieno) a Luarca e quindi finalmente una doccia calda senza assillo e attese ed infine il “polideportivo” un palazzetto dello sport con dentro un campeggio…svegliati al mattino dal rumore della ruspa degli operai intenti a demolirne una parte.

Questi sono i numeri a metà del viaggio, ormai Santiago è vicina, i 13 pellegrini partiti da Campi Bisenzio stanno per raggiungere la loro destinazione. Ma i numeri non finiscono qui…

5 supermercati, un’infinita quantità di bar, 2 ortensie, 1 Fiore(lla), 2 visite da meccanici locali (prezzi onesti), 4 camere d’aria sostituite, decine di strade sbagliate, troppe spiagge d’incanto…1 cuore sedotto (la Marta) ed 1 infranto (Tommaso);

ma anche…1 bella vita: quella del pulminista Simone; 1 bella vita per 1 giorno: quella del pulminista occasionale Giovanni; 1 volto: quello della Francesca al mattino senza occhiali; 1 sorpresa: le capacità organizzativa della Claudia; 1 rimpianto: le capacità organizzative della Sara; 1 conferma: la grinta della Fiorella; 1 dolcezza (biscotti, meringhe…e sorrisi per tutti): la Chiara; 1 visione d’insieme: la chiorba di testolina; 1 uomo di insiemi: Gigi e i suoi cotillons; 1 crescita: Giovannino; 1 possenza: Othao; 1 signore: Tommaso; 1 animale: Jacopo; 1 uomo, finalmente: Alessandro….2 cretini, (senza) 2 menti, (e neppure) 1 cervello, che partoriscono soltanto…ehm soltanto…vabbè, 1 articolo: Giovanni e Simone.

1 grosso e sentito abbraccio a Gabriele da parte di tutti.

14th ott2011

Delle forature ed altri problemi

by tandem

Il tratto di Camino che ci ha visti impegnati dalla città di Luarca al paese di Lourenza è stato molto impegnativo per il percorso non molto agevole E per le diverse salite che abbiamo dovuto affrontare. Abbiamo, dopo alcuni giorni, lasciato la regione delle Asturia approdando nella regione della Galizia, nella quale si trova anche la destinazione finale del nostro viaggio, Santiago de Compostela. Oltre alle difficoltà insite nel percorso abbiamo dovuto affrontare anche alcuni imprevisti “tecnici”. già alla partenza abbiamo scoperto che la ruota di Stefano era bucata…un breve intervento di Tommaso ci ha comunque permesso di partire facilmente. Le prime informazioni che abbiamo ottenuto sul percorso non sono state molto rassicuranti perchè ci hanno detto subito che avremmo dovuto affrontare una salita molto impegnativa. Con un grande impegno da parte di tutti siamo riusciti a superare questa prima prova, ma purtroppo la nostra felicità è stata interrotta da un altro problema perchè si è bucata anche la ruota di Sandro ed anche in questo caso un tempestivo intervento di Tommaso ci ha permesso di proseguire…. il peggio però doveva ancora arrivare: durante una salita si è incastrata la catena della Francesca, piegando una delle corone del cambio…anche in questo caso abbiamo chiesto l’intervento di Tommaso che purtroppo stavolta è stato in grado soltanto di apportare un intervento provvisorio per permettere di raggiungere il meccanico per la riparazione. nenache il pranzo comunque è stato tranquillo…mentre ci godevamo la meritata pausa abbiamo scoperto che a Sandro si era bucata di nuovo la ruota… E’ stata una giornata faticosa sia per il percorso che per i grossi imprevisti che abbiamo dovuto affrontare…ma siamo riusciti ad arrivare alla meta prefissata e siamo molto contenti.

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