Ultime Visioni: I ricordi del mio ultimo viaggio con il Tandem scritti come mi son ritornati in mente
I sorrisi di tutti noi più quello di Emiliano Fossi alla partenza dalla pista ciclabile di via Barberinese a Campi Bisenzio. La benedizione di donna Carmen. L’incontro con il sorriso a mille denti di Cipollini che si allena sulla salita di Sasseta sopra Vernio. Il forno di Montepiano che fa i biscotti buonissimi, ma che era chiuso. La salita infinita verso il Monte Sole e la nostra fatica che si mescolava con i silenzi dei luoghi della strage di Marzabotto. I nostri silenzi al racconto della distruzione sistematica di una comunità da parte dei nazisti con la complicità dei fascisti italiani (questo non va dimenticato mai!) nei luoghi dove le persone credevano di essere al sicuro, in chiesa, al cimitero, nella scuola e cioè nei luoghi della vita e della memoria di una comunità. La rabbia e la lucidità di Edda, una splendida ottantenne che ci ha accompagnato nel sacrario di Marzabotto. L’incontro con il Sindaco di Marzabotto nella bella sala consiliare. Le bestemmie (laiche) quando la prima sera io e Sandro abbiamo aperto il sacco della tenda e mi sono accorto che mancavano dei pezzi e mio figlio, l’ultimo che l’aveva usata, non mi aveva detto niente! Le spalline gialle ricamate del reggiseno della Bernadette, la cameriera del ristorante il Poggiolo. Il sorriso, gli occhi e le parole della barista del bagno Miramare di Eraclea Mare. La bellezza del Palazzo dei Diamanti a Ferrara. I ciottoli di via corso Ercole I d’Este. Le biciclette dappertutto (anche sui ciottoli del corso) e le rastrelliere senza nessun rottame. Quella sera che ci siamo persi a Ferrara e per tornare al campeggio abbiamo dovuto camminare per tutte le mura. Il pedalar lento e tranquilo sull’argine del Po lungo la pista ciclabile più lunga d’Italia. La festa degli asparagi a Mesola. Esorcizzare la pioggia cantando a Chioggia: “scende la Chioggia ma che fa, crolla il mondo intorno a me, per amore sto morendo”, ed accorgersi contenti come bimbi che vien fuori il sole. Pedalare sull’isola di Pellestrina; i panni stesi di Pellestrina; le barche di Pellestrina; la pista ciclabile di Pellestrina; la tranquillità di Pellestrina; il borgo di pescatori di Pellestrina; la bellezza sospesa e senza tempo di Pellestrina; il pensiero che Pellestrina è Venezia più piccola senza turisti. Lisiano che dice dopo tre ore che pedalavamo tra paludi, canne e uccelli: “io non sono per l’aria bona”. Il silenzio intorno a Lisiano quando Lisiano dice qualcosa. Le risate di tutti dopo che Lisiano ha detto qualcosa. La mia incazzatura eccessiva a Venezia perchè non mi avevano aspettato per mangiare e il mio senso di colpa successivo (anche questo eccessivo). I sardoni e le seppie con la polenta, i gamberetti con la polenta, le ombre a giro per venezia, il caffè a Florian in piazza S. Marco, i gondolieri che aspettano imbronciati i turisti giapponesi; i gondolieri ridenti che riparano le gondole. I bambini che corrono e giocano a pallone nella piazza del ghetto a Venezia (dove c’è un bambino che gioca a pallone con le porte fatte con gli zaini c’è vita!). La valigia sul letto (“quella di un lungo viaggio”) ogni mattina. Il vento in faccia in laguna. Il ciclista incontrato per caso che ci ha accompagnato per 30 km fino ad Aquileia. Il pedalare contro vento sul ponte tra Aquileia e Grado. La padrona dell’albergo di Grado che ci ha vietato di cantare la mattina a colazione. Il recinto con tornelli a pagamento intorno alla spiaggia di Grado e la sua bellezza sequestrata per l’uso di pochi (avranno pure le loro ragioni, ma che tristezza!). Le prese di culo tra Lisiano e ‘i Bonechi. La ricerca di una tv per vedere la partita della Fiorentina contro l’Atalanta mentre pedalavamo sotto la pioggia verso Ferrara. Le botte di Delio Rossi a Lljaic in Fiorentina-Novara raccontate per telefono mentre eravamo sul vaporetto la sera a Venezia. La gioia nel vedere un viola club a Cavallino-Treporti. La gioia liberatoria del gol di Cerci contro il Lecce in un bar a Trieste. Siamo salvi! Forza viola sempre e comunque! L’accorgersi la sera, dopo una giornata passata a pedalare sotto il sole, di avere le mani abbronzate. Il panettiere della Lista Civica di Caorle. Selgio il cinese di Caorle. Quando Lisiano, con il semaforo rosso ha detto “vai, ora si può andare” ed il Bonechi c’è cascato…e Lisiano ha riso per chilometri !! (beh…non solo lui). La lepre che scappa, il cane che la rincorre, la campeggiatrice che rincorre il cane. I pranzi con i gran panini del Presidente, la chiesetta ed il bar chiuso che ha aperto per noi. Il bagno del I maggio. Il passaggio a Monfalcone sotto lo stadio intitolato a Callisto Cosulich (devo a lui, critico cinematografico del mitico quotidiano “Paese Sera”, la mia grande passione per il Cinema). Le forature, l’incontro con il meccanico di Jesolo, la catena che si rompe, insomma tutti gli intoppi meccanici che aldilà delle bestemmie (laiche) hanno avuto il potere di farci sentire ancora più uniti. L’arrivo a Trieste insieme agli amici di un’associazione di ciclisti di Trieste. Sdraiarsi a prendere il sole su un muretto a Trieste dopo aver pedalato da prima dell’alba ed essere stanchissimi. Il sole, i fuochi d’artificio, il compleanno di Sandro, lo spritz che costa meno di un bicchier d’acqua, i giovani la sera (tanti) a bere, mangiare e cantare tuttingiro a Trieste. Il racconto delle atrocità della risiera di San Sabba. Il ritorno con i nostri pulmini.
Grazie Antonio! Grazie a voi tutti miei amici del tandem!
Giovanni Grossi
in collaborazione con Simone (il Presidente), Francesca (la bolognese di Brozzi), Claudia (la cinese di Lamezia), Sandro (l’uomo che avrei voluto essere), Lisiano (l’uomo che invece, purtroppo e/o per fortuna, io sono), Fiorella (la saggia, ma non troppo), Alberto (l’unico ciclista vero), Silvano (l’organizzatore del viaggio), Jacopo (la roccia), Marco (l’inesauribile), Giovannino (ma quando ci decidermo a chiamarlo Giovanni e basta?)
Cena di Cinghiale alla Tandem!!
Il 16 febbraio alle ore 20 presso il Centro Canapé (via Giusti 7, Campi Bisenzio) vi aspettiamo per una ricca e gustosa cena!!
Il pretesto è sempre quello di riempirsi la pancia e stare in compagnia accompagnato però da un motivo serio….
Il tesseramento e il finanziamento del il viaggio dei ragazzi della terza del Liceo Agnoletti.
Le possibili mete sono tre:
- Campi – Pisa – Livorno – costa – Piombino;
- Senese (percorso eroica);
- Campi – Arezzo – Chiusi
Durante la cena verrà scelto e comunicato il percorso scelto!
Il prezzo è di 18 euro per gli adulti e 10 per i bimbi oltre i 5 anni (tessera inclusa).
MENU
Antipasti:
crostini con paté di fegatini (ovvero crostini toscani)
crostini rustici (con fagioli e cavolo)
Primo:
pasta Vittoria (broccoli e delizie varie ..)
a metà tra primo e secondo
cinghiale con polenta
Secondi:
arista in bagno di arance e prugne
Contorno:
patate croccanti
insalata di tutto un po’ così come le verdure al forno
Dulcis:
biscotti di Capalle (variante dei cantuccini)
panna cotta briaha
Per prenotazioni chiamare il 331.1080045 (Fiorella).
La testa e il cuore
La testa per capire come fare.
Le gambe per dare muscoli ai desideri.
Gli occhi per vedere dove si va.
[Video: Lost in my mind - The Head and The Heart]
Aggiungi un tandem a tavola (che c’è un pedale in più)
Per festeggiare tutti insieme la ricorrenza della liberazione con un pranzo di pace vi aspettiamo Mercoledì 25 Aprile alle ore 13 al Tennis Club di Via della pace 43, Campi Bisenzio (FI).
Il ricavato del pranzo a finanziare il viaggio Campi Bisenzio -Trieste e le varie attività dell’associazione. Per le prenotazioni potete chiamare il numero 331.1080045 (Fiorella) o inviare un’email a tandemdipace@yahoo.it
Il menù prevede:
- Antipasti
Soufflé di formaggio e prosciutto cotto
Salame Ungherese
Crostini dello Chef
- Primo
Pasta mozzarella e basilico
- Secondo
Prosciutto al Forno – Insalata
Patate Fritte
- Vini
Rosso della Casa
- Dolce
Dopo il pranzo, per i più volenterosi e se il tempo ce lo permetterà, è prevista una biciclettata rilassante verso Firenze.
Prenotate subito!!
L´abito si fa a Monaco, ma il diavolo veste a Praga
Altri 100 km di pedalate fatica e soddisfazionoi lungo le rive dell´Elba e la prima capitale del nostro viaggio l’abbiamo raggiunta. La gioia sui nostri volti è iniziata già da quando alle porte della città abbiamo iniziato a scorgere Hradčany con il famoso Castello.
Praga è la capitale e la più grande città della Repubblica Ceca, centro politico e culturale della Boemia e dello stato ceco per oltre 1100 anni, tra il XIV e il XV secolo fu anche capitale del Sacro Romano Impero.
Situata sul fiume Moldava, Praga è un centro culturale e turistico di fama mondiale. Il suo centro storico, visitato ogni anno da più di 4 milioni di viaggiatori, è stato incluso nel 1992 nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
Dopo aver raggiunto la città siamo andati a cena presso la famosa birreria U Fleku, per gustare oltre alla birra artigianale prodotta nella birreria stessa anche svariati piatti della tradizionale cucina ceca. Abbiamo fatto poi un bellissimo giro per le vie del centro storico per ammirare le suggestive bellezze di Praga by night.
Martedì 23, 4 giorno.
Per un giorno il Tandem di Pace ha tradito la bicicletta!! dopo aver fatto al mattino un bellissimo giro per il centro di Praga ed aver visitato oltre al tradizonale Ponte Carlo e Malastrana Namesti anche il quartiere ebraico.
infatti, utilizzando i due pulmini a nostra disposizione, abbiamo raggiunto e vistato la seconda capitale del nostro viaggio: Vienna. Le due capitali distano circa 350 chilometri.
Vienna è la capitale federale e allo stesso tempo uno stato federato dell’Austria, completamente circondato dalla Bassa Austria. È sede di importanti organizzazioni internazionali tra le quali: OPEC, AIEA e ONU. Vienna è nota anche come la città dei musicisti per avere ospitato molti tra i maggiori compositori del XVIII e del XIX secolo: Antonio Vivaldi, Wolfgang Amadeus Mozart, Franz Joseph Haydn, Antonio Salieri, Ludwig van Beethoven, Franz Schubert, gli Strauss, Johannes Brahms e Arnold Schönberg.
Grace Kelly e Cary Grant
Dall’alto della bicicletta, il mondo è diverso. Innanzi tutto, proprio grazie all’innalzamento del punto di vista. Il ciclista è indiscutibilmente, fuori dalla mischia.
Busto eretto, mento in alto, il ciclista fluttua al di sopra della moltitudine, senza disprezzo, ma senza nemmeno curarsi delle desolanti contingenze della terraferma.
(Didier Tronchet, Piccolo trattato di ciclosofia)
Le stelle la luna il sole la neve e l’anima non esistono; sono un’invenzione dei poeti privati della loro consueta vena creativa…
Ed anche noi, stanchi sul viaggio di ritorno, per spiegare il nostro stato d’animo potremmo dirvi che
Ci fosse stata la neve sarebbe stato scivoloso
Ci fosse stato il sole avrebbe scaldato i nostri cuori più di quanto abbia fatto alla ruote l’asfalto
Ci fossero state le stelle sarebbero state a guardare i nostri profondi occhi
Ci fosse stata la luna avrebbe bussato alle porte dell’anima.
Sicuramente, potrete perdonare questa introduzione scherzosa perché noi invece siamo convinti che le parole non siano gusci vuoti come dice uno scocciato Cary Grant ad una invadente Grace Kelly in “Caccia al Ladro” (vero e proprio tandem di bellezze…e quindi di Pace); e ne siamo convinti a tal punto che ci sentiamo di dire che la poesia è una persona molto affidabile, capace sempre di mantenere la parola data; va detto comunque che si tratta di poesia vera perché tutti ci proviamo poeti, ma in pochi ci riescono e noi non siamo tra quei pochi…
Oggi però le parole non bastano perché non riuscirebbero a descrivere la stanchezza, le felicità, i vari dolori acciacchi, il mal di schiena, i mari le onde, le spiagge, le risate i sorrisi gli sguardi, l’incoraggiamento lungo le salite, la soddisfazione per avercela fatta, le foto, le colazioni i pranzi e le cene, i mille caffè, le deviazioni lungo il Camino, gli ostelli la Dora la Paula, i compagni di viaggio la Marta….
Per sopravvivere a questa tristezza malinconica l’unico modo è pensare alla prossima avventura, al prossimo viaggio perché il bello della bicicletta è quel suo movimento ritmico e costante, che quando finisce una pedalata l’altro piede già spinge avanti le ruote e l’altro ancora e di nuovo e di nuovo…un movimento costante, perpetuo, senza sosta, di libertà…il piede che adesso si ferma è quello che subito riparte, che dà la nuova spinta, il nuovo slancio e vince la fatica e infonde coraggio.
Ripensando alla nostra meta però ci viene anche da pensare che il brutto della bicicletta è che in mare non si può pedalare, e che a CapoFinisterre non ci saremmo voluti fermare, volevamo andare oltre e lasciarci alle spalle il faro più occidentale d’Europa…non ci siamo persi d’animo però e dopo la nostra ultima fatica ci siamo istintivamente persi in un brindisi di sorrisi, ubriacati di gioia ed il bagno nelle (gelide) acque dell’oceano è stato il nostro sballo. I sorrisi che ci hanno fatto più piacere sono stati quelli di Giovanni e di Othao perché non è scontato che a ragazzi di 15 e 17 anni possa piacere un viaggio come quello che abbiamo appena concluso e per tutti noi è stato il regalo più grande.
In questo finale vogliamo ricordare e ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo viaggio: innanzitutto Antonio Montelatici per Centro Edile per averci messo a disposizione i due pulmini, Universo Sport per le divise, il Comune di Campi Bisenzio la Provincia ed il Comune di Firenze per il patrocinio ed il sostegno alla nostra piccola e grande impresa.
Scusate la lunghezza ma i ringraziamenti non sono finiti…ultimo ma non ultimo un ringraziamento particolare vogliamo riservarlo alla Claudia che ha messo tutta se stessa e più di tutti gli altri si è data da fare per organizzare questo viaggio contattando Comuni ed Associazioni locali, cercando gli ostelli per la notte ed individuando il percorso migliore da effettuare. Perché se 13 pe(llegrini)rsone da Campi sono giunti alla fine del mondo, in fin dei conti, il merito è soprattutto suo…
Fiorella, Giovanni e Simone
Regalami un chorizo
con un chorizo (per i pochi sfortunati che non sanno cosa sia, vi diciamo subito che si tratta di un salame piccantiello…) nello stomaco ed un chorizo (leggi “sorriso”) stampato interiormente siamo finalmente arrivati a destinazione…le 13 biciclette, i 13 compagni hanno fatto il loro ingresso in piazza della Cattedrale di Santiago de Compostela….
durante tutto il percorso siamo stati sempre abbastanza isolati, trascorrendo ore e percorrendo sentieri incontrando poche persone (e spesso le stesse), man mano che ci avvicinavamo alla città del santo, invece, le persone si facevano gruppo fino a diventare corteo alla porta di Santiago; una volta dentro la città i volti dei pellegrini si mescolavano a quelli dei turisti fino a diventare un’anonima folla.
Praticamente per noi il Camino si è concluso sul monte Gozo quando abbiamo avvistato la cattedrale di Santiago…qui il piacere, il gusto, di avercela fatta è esploso in tutto il suo silenzio.
La successiva pedalata verso la cattedrale e la sua visita sono state il nostro lancio del riso…avevamo già pronunciato il fatidico “sì” (perché lì sta il bello…). Le ultime pedalate con il chorizo che tornava a gola e si stampava in faccia sono state guidate, come briciole per Pollicino, dal segnale della Concha (conchiglia) gialla…stella polare del pellegrino. A noi piace pensare che la conchiglia sia stata scelta come emblema del Camino perché data la sua conformazione rappresenta al meglio il concetto del Tandem…da una parte convessa, ruvida, scalfita dal tempo, dura come una corazza che racchiude e protegge il nostro sforzo e la nostra determinazione, dall’altro liscia e levigata come le dinamiche di persone diverse tra loro che si uniscono, collaborano e si aprono all’altro.
Ad ogni modo, ci piace pensare, che per ognuno di noi il simbolo e il Camino abbiano avuto un personale significato ed abbiano rappresentato una ricerca dentro e per se stesso.
Insomma, siamo arrivati. Ci siamo persi dentro boschi, nella notte, nella pioggia, dietro fatiche, sudore, dolori alla schiena, ma alla fine ci siamo ritrovati e regaliamo a tutti il nostro chorizo.
Giovanni e Simoncino con l’aiuto di Giovannino.
Numeri fortunati
13 persone 13 biciclette una sola pedalata che ci muove tutti insieme lungo il Camino…
13 soprannomi: Alfio (Giovanni G.), Zaira (Fiorella), Ragù (Simone), Ortica (Luigi), Ermetico (Tommaso), Roccia (Jacopo), MaxGazzè (Alessandro), Testolina66 (Stefano), Meringa (Chiara), NonE’ (Francesca), DonnaSalmone (Claudia), Baseball (Giovanni M.), Babacar (Othao).
3000 km percorsi, 500 di pedalate, 4000m totali scalati (come se fossimo in cima al Monte Bianco)…
1 notte in bianco sui pulmini tra Italia Francia Spagna e autogrill. 1 ostello in camerata con 30 persone ed una doccia a Santander, 1 agriturismo molto freak (c’est chic) della Paula a Llambres con cena luculliana in veranda con vista oceano, 1 ostello in camerata con 20 persone a La Isla ricavato da una vecchia scuola direttamente sopra l’oceano e gestito da una “simpatica” responsabile, alla lontana, imparentata con Hitler, 1 albergo (l’ostello grazie a Dio era pieno) a Luarca e quindi finalmente una doccia calda senza assillo e attese ed infine il “polideportivo” un palazzetto dello sport con dentro un campeggio…svegliati al mattino dal rumore della ruspa degli operai intenti a demolirne una parte.
Questi sono i numeri a metà del viaggio, ormai Santiago è vicina, i 13 pellegrini partiti da Campi Bisenzio stanno per raggiungere la loro destinazione. Ma i numeri non finiscono qui…
5 supermercati, un’infinita quantità di bar, 2 ortensie, 1 Fiore(lla), 2 visite da meccanici locali (prezzi onesti), 4 camere d’aria sostituite, decine di strade sbagliate, troppe spiagge d’incanto…1 cuore sedotto (la Marta) ed 1 infranto (Tommaso);
ma anche…1 bella vita: quella del pulminista Simone; 1 bella vita per 1 giorno: quella del pulminista occasionale Giovanni; 1 volto: quello della Francesca al mattino senza occhiali; 1 sorpresa: le capacità organizzativa della Claudia; 1 rimpianto: le capacità organizzative della Sara; 1 conferma: la grinta della Fiorella; 1 dolcezza (biscotti, meringhe…e sorrisi per tutti): la Chiara; 1 visione d’insieme: la chiorba di testolina; 1 uomo di insiemi: Gigi e i suoi cotillons; 1 crescita: Giovannino; 1 possenza: Othao; 1 signore: Tommaso; 1 animale: Jacopo; 1 uomo, finalmente: Alessandro….2 cretini, (senza) 2 menti, (e neppure) 1 cervello, che partoriscono soltanto…ehm soltanto…vabbè, 1 articolo: Giovanni e Simone.
1 grosso e sentito abbraccio a Gabriele da parte di tutti.
Delle forature ed altri problemi
Il tratto di Camino che ci ha visti impegnati dalla città di Luarca al paese di Lourenza è stato molto impegnativo per il percorso non molto agevole E per le diverse salite che abbiamo dovuto affrontare. Abbiamo, dopo alcuni giorni, lasciato la regione delle Asturia approdando nella regione della Galizia, nella quale si trova anche la destinazione finale del nostro viaggio, Santiago de Compostela. Oltre alle difficoltà insite nel percorso abbiamo dovuto affrontare anche alcuni imprevisti “tecnici”. già alla partenza abbiamo scoperto che la ruota di Stefano era bucata…un breve intervento di Tommaso ci ha comunque permesso di partire facilmente. Le prime informazioni che abbiamo ottenuto sul percorso non sono state molto rassicuranti perchè ci hanno detto subito che avremmo dovuto affrontare una salita molto impegnativa. Con un grande impegno da parte di tutti siamo riusciti a superare questa prima prova, ma purtroppo la nostra felicità è stata interrotta da un altro problema perchè si è bucata anche la ruota di Sandro ed anche in questo caso un tempestivo intervento di Tommaso ci ha permesso di proseguire…. il peggio però doveva ancora arrivare: durante una salita si è incastrata la catena della Francesca, piegando una delle corone del cambio…anche in questo caso abbiamo chiesto l’intervento di Tommaso che purtroppo stavolta è stato in grado soltanto di apportare un intervento provvisorio per permettere di raggiungere il meccanico per la riparazione. nenache il pranzo comunque è stato tranquillo…mentre ci godevamo la meritata pausa abbiamo scoperto che a Sandro si era bucata di nuovo la ruota… E’ stata una giornata faticosa sia per il percorso che per i grossi imprevisti che abbiamo dovuto affrontare…ma siamo riusciti ad arrivare alla meta prefissata e siamo molto contenti.