04th apr2013

Agosto e tutto quello che viene dopo‏

by Francesca
Quando Dio ha pensato di fare le donne deve aver fatto le francesi per prime. Poi tutte le altre, le scandinave probabilmente per ultime, troppa tecnica e perfezione. Ma le francesi, beh, le francesi sono come il primo album di una band: follia e imperfezione tecnica si mischiano senza scontrarsi, coraggio e delicatezza, sensualità e innocenza. Dio aveva un sacco di cose da dire sul peccato e sulla dolcezza e le ha dette attraverso gli occhi e le labbra delle ragazze francesi, come quando i Counting Crows pubblicarono August and everything after e diventarono una delle migliori rock band del mondo con una manciata di canzoni sulla vita e sull’essere giovani e innamorati.
E il fatto che stia parlando di donne francesi in una rubrica di biciclette non è perchè non sappia bene che pesci prendere e mi stia perdendo il senso di tutto questo scrivere, ma è semplicemente per il fatto che abitano in un posto bellissimo su cui andare in bici, il posto ovviamente si chiama Francia per via delle francesi ovviamente. Perchè se si hanno dubbi sull’enigma dell’uovo e la gallina, sulla Francia e le francesi la scienza parla chiaro, le francesi sono nate prima.
Ad ogni modo qualche estate fa ho fatto un pezzo di Provenza in bici con due amici, alla ricerca di vino, bei paesaggi e formaggi. Ed era appena iniziato settembre e come i Counting Crows non sapevo bene cosa aspettarmi da tutto quello che sarebbe venuto dopo agosto. Fatto sta che abbiamo pedalato, e tanto, affrontando il caldo e l’assenza di vita di lunghi pezzi della Camargue, le salite infinite del Luberon, la calma e i canti delle cicale delle campagne vicino Arles. E Dio ci guardava dall’alto, ne sono sicuro, anche se sono ateo.
Ne sono sicuro perchè due volte abbiamo bucato e due volte Dio ci ha dato un segnale.
La prima volta eravamo in mezzo a delle vigne, nel mentre i miei compagni di viaggio stavano riparando la ruota io mi ero addentrato tra i filari per rilassare i muscoli, quando ne sono riuscito una ragazza francese era li accanto a loro con la sua bicicletta, una bici da città, vestita come una uscita a fare due passi, occhi azzurri e lentiggini rosse. Stava andando verso la costa azzurra macinando chilometri come se niente fosse. Si era fermata per darci una mano, una ragazza a tre ragazzi. Dopo un po’ di conversazione decidiamo che lei non esiste, lo decidiamo nel momento in cui ci dice che sta andando nella direzione opposta alla nostra ma che se cambiano strada possiamo farne un pezzo insieme. Mentre la guardiamo andare via dietro di me strisce rosa di carta igienica scivolavano nell’aria rimanendo appesa alle viti, faceva caldo, avevo appena avuto un attacco di diarrea e per fortuna avevo rubato un rotolo di carta igienica in ostello.
La seconda volta che buchiamo accade in un piccolo paese francese, la Francia è piena di piccoli paesi. Dio ancora una volta ci manda un segnale, stavolta una ragazza bionda, in mountain bike, abbigliamento tecnico, si ferma e ci chiede se abbiamo bisogno di una mano. Una ragazza a tre ragazzi. La fissiamo. Ci fissa. Decidiamo che nemmeno lei esiste e diciamo di no. La guardiamo scomparire dietro una patisserie con la sua coda bionda che le sbuca dal casco.
Cosa vuol dire tutto questo? forse niente o forse tutto, ma quello che voglio dire è che se dovete scegliere un posto dove fare un viaggio in bici la Francia è un luogo che può andare bene, non ci sono le piste ciclabili della Germania, non c’è la pianura dell’Olanda ma ci sono le strade fatte ancora di pietra, i paesi quasi disabitati, gli alberi nelle piazze delle città, l’odore dei cornetti la mattina presto, una dolce aria di decadenza e un sacco di ragazze pronte ad aiutarti. C’è semplicemente la Francia e tutto quello che viene dopo. E come diceva Luca Carboni
La vita è incontrarsi e illuminare il buio 
sì la vita è scontrarsi magari sotto il sole 
dove si incontrano donne sulle biciclette 
con le braccia nude e le grandi tette 
Off

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